Critiche e contro critiche mosse al “Neo-Femminismo”
Ci sono diverse correnti “anti-femministe” che attaccano la battaglia per la parità di genere con diverse argomentazioni. È uscito un video che critica il femminismo duramente e vogliamo riportare qui un estratto dell’intervento di un ragazzo, Alex Grisafi, che risponde, punto per punto alle critiche fatte contro il cosiddetto “neo-femminismo”.
“Il video parla di “neo-femminismo” ma non esiste e non è chiaro a cosa si riferisca, e già qui parte male. L’unico riferimento concreto che compare nel video è Freeda, una pagina che è un’operazione commerciale che ha come principali investitori Berlusconi e Agnelli, giusto per far capire come si sceglie bene il “neo femminismo” da attaccare.
Relativamente ai 5 punti che elenca nel video:
1. Dice che il femminismo dà la colpa agli uomini anche quando le donne fanno cose sessiste, perché si dà la colpa al patriarcato e quindi agli uomini.
Falso, perché dire che perpetriamo una cultura patriarcale (sia uomini che donne) che avvantaggia soprattutto gli uomini, non significa dire che è colpa esclusiva degli uomini né che è fatto scientemente dagli uomini.
Trovare la responsabilità nel sistema patriarcale anche quando sono le donne ad essere sessiste significa dire che hanno interiorizzato i ruoli di genere patriarcali. Così come quando gli uomini sono sessisti, hanno interiorizzato i ruoli di genere patriarcali. Il fatto che questi prevedano che l’uomo domini e la donna sia sottomessa, fa sì che nella gran parte dei casi vada a svantaggio della donna, ma ha anche pesanti ricadute negative sugli uomini, e viene portato avanti più o meno inconsapevolmente da chiunque ne sia immerso: dipingerla come se il femminismo desse la colpa agli uomini significa distorcere un discorso ben più raffinato.
2. Dice che l’eccessiva viralizzazione dei contenuti femministi fa dare un’importanza maggiore di quella che hanno e oscura le altre questioni.
Non mi sembra siano così virali e, anche fosse, non sarebbe colpa del femminismo e non oscurano altre questioni.
Relativamente al femminicidio, continua a ripetere: “Ma chi mai sarebbe contrario? è un tema che ha completa approvazione”.
Questo in generale si inserisce in una retorica per sminuire il problema culturale (le recenti notizie sul revenge porn dovrebbero bastare a far scattare un campanello d’allarme).
E continua a ripetere che se ne parla troppo facendo sembrare che sia più comune di quello che è.
Perchè non dire che ce n’è 1 ogni 3 giorni in Italia, giusto per dare un’idea della magnitudo?
Ripetendo che gli si dà troppa importanza, senza dare le statistiche, i suoi ascoltatori non informati penseranno che ci siano molto meno femminicidi di 1 ogni 3 giorni.
Inoltre, continua a ripetere che sono contenuti virali che giocano sull’emotività e la fomentazione, anziché guardare ai fatti. È una retorica che si innesta sulla millenaria opposizione tra uomini razionali e donne emotive, fa presa facile e fa molti danni.
3. Dice che il femminismo non è di minoranza bensì di maggioranza o, tutt’al più uguaglianza, perché le donne sono la leggera maggioranza della popolazione.
Il fatto che il femminismo si occupi principalmente della discriminazione e oppressione femminile non significa che tutte le donne siano attivamente femministe, o anche solo vagamente supportanti e informate a riguardo. Il femminismo è una minoranza.
Sta avendo un po’ di risonanza mediatica, ma ogni volta la recezione pubblica è “che rottura queste nazifemministe isteriche”, quindi sì, a livello mediatico finalmente dopo millenni di storia possono parlare, ma questo non le rende di maggioranza. La maggioranza continua a non volere che le donne parlino dello schifo che viene fatto, oppure ad essere totalmente disinteressate alla questione.
4. Dice che il femminismo è sessista perché gli uomini non si devono lamentare, invece è stato proprio il femminismo a sollevare il problema dei ruoli di genere per cui l’uomo deve dimostrare virilità e non può manifestare sentimenti.
Dice che chi va contro i ruoli di genere maschili viene tacciato di maschilismo. Ehm, dove? Quando mai succede che un uomo dica che vuole poter piangere, manifestare i suoi sentimenti, essere gay, ecc. senza essere ridicolizzato e che gli si vada a dire “brutto maschilista”? Semmai è proprio il maschilismo che impedisce agli uomini di manifestare i propri sentimenti.
5. Dice che il femminismo usa una retorica sessista, che non mira al superamento della categoria di genere, ma sostiene che le donne siano superiori.
Ci sono alcune persone, principalmente donne e non addentro al femminismo (nel senso che non sono attiviste, non fanno politica, non sono accademiche, ecc.), che dicono questa cosa. Sono discorsi da bar al femminile. Il femminismo politico, accademico, dell’attivismo ecc. non dice che le donne sono superiori.
Dice che ci convinceremo che la donna sia migliore dell’uomo e che questo sta già trovando terreno fertile nel senso comune.
Non so bene in che mondo viva, ma io vivo in quello in cui le donne sono ritenute di base non credibili, non competenti e sceme quando parlano; quello in cui vengono scartate ai colloqui di lavoro ma nel momento in cui nascondi il sesso dei candidati, improvvisamente, vengono assunte molto di più e sparisce la differenza di genere, e così via (rimando ai tantissimi studi scientifici in Delusions of Gender e Epistemic Injustice: Power and the Ethics of Knowing di Miranda Fricker).
6. I discorsi semplificati che fa, dicendo che dovremmo mirare ad eliminare l’importanza dei ruoli di genere, rappresentano un’opposizione alle quote rosa. Eppure io, che sono d’accordissimo sul fatto che i ruoli di genere devono diventare irrilevanti (come lui dice), che sono culturali e non biologici (come lui dice), le quote rosa le sostengo.
Lui non tiene conto di quanto il sessismo sia pervasivo nei bias impliciti nelle strutture delle istituzioni, della società, della politica. Mi limito a fare un esempio: si è visto che se in un campo ci sono quasi solo uomini o quasi solo donne, quel campo diventa molto appetibile agli uomini e poco alle donne o viceversa. Se lo stesso campo viene presentato con immagini e video identici ma con una presenza di genere 50/50, a quel punto uomini e donne sono interessati nelle stesse proporzioni. Questa è solo una delle moltissime ragioni per cui non basta dire “da oggi non conta più il genere, conta il merito, sessismo sconfitto”. C’è bisogno di molto di più, perché il sessismo è molto più sottile e pervasivo di come sembra.”
Per approfondire questi argomenti, consigliamo i seguenti libri:
Le filosofie femministe
di F. Restaino e A. Cavarero, disponibile > qua.
Il libro del femminismo. Grandi idee spiegate in modo semplice.
di M. Dominici, disponibile > qua.
Donne si diventa. Antologia del pensiero femminista.
di E. Missana, disponibile > qua.
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