ABORTO ILLEGALE, ANCHE IN CASO DI STUPRO O INCESTO, IN ALABAMA.

L’unica eccezione ammessa è se la madre è in serio pericolo di vita. Pena fino ai 99 anni di carcere per i medici.

Il parlamento dell’Alabama ha approvato una legge che di fatto mette la bando l’aborto, in ogni stadio e anche nei casi di stupro o incesto. È la misura più restrittiva d’America sull’interruzione di gravidanza e per il suo via libera manca solo la firma del governatore, la repubblicana Key Ivey, anche lei contraria all’aborto.

Negli Stati Uniti ogni Stato ha sue leggi, ma una sentenza (Roe contro Wade) della Corte Suprema Usa, nel 1973, aveva legalizzato l’aborto a livello federale.

Ci saranno probabilmente dei ricorsi legali, tuttavia nella Corte Suprema siedono due giudici conservatori, nominati dal presidente Donald Trump: Neil Gorsuch e il controverso Brett Kavanaugh, accusato di abusi sessuali da almeno 4 donne.

Nei primi 6 mesi del 2019 sono state promulgate 21 leggi che in forma diversa limitano l’aborto. Secondo il Guttmacher Institute, che analizza dati e politiche sulle interruzioni di gravidanza negli Usa, in 28 Stati americani, da quanto Trump è alla Casa Bianca, sono state introdotte leggi che impongono restrizioni sull’aborto e in 15 casi si tratta di divieti dopo le 6 settimane. Lo scorso 11 aprile l’Ohio ha approvato una legge che vieta l’aborto dal momento in cui è possibile sentire il battito cardiaco del feto, da qui il nome di «heartbeat bill». L’Ohio è il quarto Stato americano ad aver approvato l«heartbeat bill’. Una proposta simile è passata in Kentucky, Mississippi e Georgia. In altri 10 Stati si discute di provvedimenti analoghi. L«heartbeat bill’ è praticamente una messa al bando dell’aborto perché molte donne non si accorgono di essere incinte prima della sesta settimana di gravidanza quando generalmente è possibile sentire il battito.

Negli Stati Uniti ci sono proteste di migliaia di donne che vogliono la libertà di scegliere per la propria vita, sostenendo che: “Un figlio deve essere una scelta, non un obbligo”.



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