Annalisa Malara, colei che, forzando i protocolli, ha intuito l’arrivo del Coronavirus in Italia.
All’inizio di febbraio, questa epidemia sembrava ancora una minaccia lontana, finché i medici dell’ospedale di Codogno si trovarono di fronte ad un giovane paziente, Mattia, con una leggera polmonite. Un caso apparentemente semplice, tuttavia, dopo poche ore, il paziente non rispondeva alle terapie e la sua situazione si aggravava rapidamente. Mattia stava morendo e i medici non capivano il motivo e non sapevano cosa fare per salvarlo.
È stato allora che Annalisa, un’anestesista di 38 anni, ebbe l’intuizione determinante: “Non mi restava che pensare l’impossibile. Informai il primario, la direzione sanitaria e dissi: ok, mi prendo la responsabilità”.
Venne quindi eseguito il tampone per il Covid-19 che risultò positivo.
L’intuizione di Annalisa, la sua prontezza e la sua determinazione hanno salvato Mattia: il riconoscimento del coronavirus ha permesso ai medici di curarlo nel modo più idoneo.

Mattia, il paziente 1, dopo 18 giorni di terapia intensiva, ha cominciato a riprendersi, è tornato a respirare ed oggi è guarito.
La sua intuizione, inoltre, ha permesso di capire la situazione di pericolo in cui era l’Italia, guadagnando giorni preziosi per poter prendere le precauzioni atte a limitare il contagio.
Annalisa intanto continua a fare il suo dovere, lavorando anche 14 ore di fila al giorno. Dedica la sua vita a curare il prossimo, sempre con il sorriso, nonostante i turni massacranti e le problematiche negli ospedali in queste giornate così dure.
Ama il suo lavoro, il suo sogno fin da bambina, da quando, in seconda elementare, si disegnava col camice e il fonendoscopio: “Ammiravo l’intelligenza e la determinazione di Rita Levi Montalcini” racconta.
Il suo unico rammarico? Notare come, nel comitato tecnico scientifico scelto dal governo Conte, che si occupa della lotta al coronavirus, non ci sia neanche una donna.
Annalisa ha dichiarato: “Spero che si possa porre rimedio a questa cosa. Chiedo di includere le donne e l’aspetto femminile anche in questa task force”.

Annalisa, con la sua perspicacia, il suo senso di responsabilità e la sua abnegazione, ha il merito di aver capito per prima l’arrivo di questa terribile epidemia e continua tutti i giorni a rendere un grande servizio all’Italia.
Così come lei, ci sono migliaia di donne preparatissime e intraprendenti, pronte a dare un grande contributo al Paese ma che vengono sempre lasciate in disparte.
Ci auguriamo vivamente che tutte queste donne abbiano presto le funzioni di rilievo che meritato.
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