Carola Rackete, la capitana della Sea Watch 3, ieri è entrata in acque italiane, con 42 migranti, sfidando il divieto del ministro dell’Interno Salvini.
Ancora una volta ripetiamo che Ihaveavoice non fa politica e si occupa solo ed esclusivamente di questioni legate alle donne.
Carola, al di là di essere d’accordo o meno con quello che ha fatto, è donna.
E come donna, questi sono alcuni dei commenti che ha ricevuto:

“Impalamento (con tubo d’acciaio che le entra dalla f*** e le esca dalla bocca) in pubblica piazza.”

“È cagna” proseguendo poi a insultare anche la donna che l’aveva difesa e dicendo pubblicamente che l’avrebbe “leccata”, così almeno si sarebbe resa “utile” e consigliandole di accogliere tutti i migranti a casa sua, così l’avrebbero “leccata” anche loro.
Questi sono commenti sintomatici di una mentalità che considera donne come oggetti da stuprare. E come se non bastasse, costoro si sentono, non solo in diritto di dirlo, ma si sentono anche dei duri, degli uomini “alfa”.
Ho potuto vedere il profilo di Alessio, un ragazzo sui 25, massimo 30 anni che ha frequentato l’Itis. Non un vecchio che non è mai andato a scuola, ma un ragazzo giovane che ha avuto modo di studiare.
Si capisce che in Italia questa mentalità e molto radicata e si rinnova di generazione in generazione, forse peggiorando a causa di internet. Una volta queste cose probabilmente la maggioranza degli uomini non avrebbe avuto l’ardire di dirle in faccia ad una donna, ora invece lo si scrive tranquillamente in modo pubblico, senza vergogna, ed anzi, vantandosi di fare il bulletto.
Bisogna fare qualcosa per fermare queste infamie contro le donne. Uno dei punti della nostra petizione prevede delle massicce campagne di sensibilizzazione contro le violenze e il sessismo ed educazione sessuale ed emotiva a scuola.
Credo che sarebbe utile proporre anche delle multe salate a chiunque scriva cose indecenti come queste in internet, perché queste affermazioni sono portatrici di violenza contro le donne e non devono essere legittimate, ma fermate e colpite duramente.
Aiutateci a firmare e a diffondere la nostra petizione:http://bit.ly/2MJwksP
Unite, si può.
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