Silvia Romano, le altre donne rapite e le critiche.

Cosa hanno in comune Silvia Romano e tutte le altre donne rapite? E cosa invece dagli uomini che hanno avuto la stessa sorte? Le critiche.

Ma voi, le critiche su Luca Tacchetto, rapito in Burkina Faso e liberato il 14 marzo, le avete sentite?

Avete sentito frasi indignate su quanto ci sia costata la sua liberazione? Eppure è stata accennato ad un risarcimento pagato anche nel suo caso.

Luca Tacchetto con la fidanzata, rapiti in Burkina Faso.

E le critiche per Greta Ramelli e Vanessa Marzullo e i loro camicioni e coroncine tra i capelli, considerati un po’ troppo hippy, rapite in Siria?

Greta Ramelli e Vanessa Marzullo, rapite in Siria.

E quelle a Simona Parri e Simona Torretta, e i loro caftani colorati, sequestrate in Iraq?

Simona Parri e Simona Torretta, rapite in Iraq.

Le varie indignazioni per gli abiti e il possibile risarcimento a queste ragazze, così come è avvenuto per Silvia Romano, hanno avuto una grande risonanza e mi chiedo come mai per Luca Tacchetto, invece, non ci fossero state tante discussioni…

Silvia Romano, rapita in Kenia.

Sia mai che le donne “se la sono cercata” anche quando vengono rapite?

Sia mai che “ma come ti vesti?” valga anche quando torni a casa dopo un rapimento?

Sia mai che la donna va giudicata sempre e comunque?

Specialmente quando è libera di fare ciò che vuole, contro i dettami a lei imposti dalla società?

E magari soprattutto quando si dimostra talmente coraggiosa da andare in luoghi dove tutti quelli che criticano seduti dal divano, non avrebbero mai la prodezza di andare per far del bene a chi ha bisogno?

Ci sarebbe molto da dire sulle varie polemiche sul caso di Silvia Romano, e tanto, forse troppo, è già stato detto.

Si potrebbe parlare di come un rapimento di 18 lunghissimi mesi possa avere un effetto traumatico devastante, con possibili risvolti quali la sindrome di Stoccolma, si potrebbe parlare di libertà religiosa sancita dalla nostra Costituzione, si potrebbe parlare di quale sia il “prezzo” di una vita umana, si potrebbe parlare anche di quanti milioni di soldi pubblici vengano spesi in modo ben peggiore di questo (corruzione, appalti truccati, ecc.), ma non ne parlerò, proprio perché è già stato detto fin troppo.

L’unica cosa che voglio dire è:

Rispetto per chi ha subito un rapimento lungo e difficile.

Rispetto per la libertà di scelta religiosa.

Rispetto per la libertà di indossare ciò che si vuole.

E soprattutto: rispetto per la vita altrui.

E per chi proprio non è in grado di portare rispetto, almeno imparare a tacere.

Bentornata Silvia, e un augurio che tu possa trovare la tua felicità, come la preferisci tu, senza obblighi o imposizioni di fede, idee politiche o scelte di abbigliamento da parte di nessuno.

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